Le vertigini cervicogeniche sono un argomento controverso.
L'espressione tende ad essere usata per descrivere una grande varietà di entità. Poiché la vertigine è definita come un’illusione del movimento (rotazione, inclinazione o spostamento lineare) e quindi l'ambito di applicazione del termine è limitato, l'espressione vertigini cervicogeniche, piuttosto che quella più vecchia "vertigine cervicale", viene da noi usata ora per fare riferimento a sintomi di capogiro (compresi vertigini, squilibrio e stordimento) derivanti dal rachide cervicale. (1)
Sono stati ipotizzati diversi processi a causa delle vertigini cervicogeniche. Questi includono l'irritazione del plesso vertebrale simpatico, insufficienza vertebro-basilare (VBI) e segnali afferenti propriocettivi alterati dal rachide cervicale superiore. Quest'ultima potenziale causa di vertigini è di particolare interesse per il numero elevato di pazienti con lesioni da colpo di frusta o dolore al collo che sono visti dai fisioterapisti. (2)
Uno dei maggiori problemi nell'identificazione dei pazienti con vertigini cervicogeniche è la mancanza di un test concreto che è sensibile e specifico per questa entità.
Con la mancanza di un test definitivo per le vertigini cervicogeniche, la diagnosi si basa sui segni e sintomi dell'individuo e sull'assenza di cause vestibolari o neurologiche nei reperti clinici. Un paziente con sospetta vertigine cervicogenica si presenta tipicamente con disequilibrio o stordimento, dolore cervicale, instabilità posturale e movimento cervicale limitato. I movimenti della testa in genere aggravano i sintomi. Altri processi patologici, come l'atassia cerebellare e spinale, una perdita vestibolare bilaterale, una vertigine posizionale parossistica benigna (VPPB) possono manifestare segni e sintomi simili. Di conseguenza, il processo decisionale dovrebbe prima stabilire o escludere cause vestibolari e neurologiche dei sintomi. (3)
Dal punto di vista terapeutico, tuttavia, se un individuo presenta sintomi cervicali e vertigini e dalla valutazione emergono reperti clinici di problemi cervicali, l’approccio sarebbe quello di trattare anche il problema cervicale. (4)
Il trattamento del rachide cervicale dovrebbe affrontare la mobilità limitata (a causa di restrizioni articolari o rigidità muscolare), l’ipermobilità, l’aumentato tono muscolare, punti trigger, una postura cervicale errata e l’alterata cinestesia cervicale.
I trattamenti terapeutici devono tuttavia includere una ampia gamma di esercizi di movimento, di rafforzamento cervicale e di propriocezione cervicale, inclusi esercizi di inseguimento visivo. Ci sono prove crescenti nella letteratura che suggeriscono come il trattamento delle disfunzioni cervicali identificate in individui con sospetta vertigine cervicogenica possa portare alla risoluzione delle vertigini e dei segni e sintomi cervicali. (5)
Dott.ssa Francesca Girasole, fisioterapista
(1) Richmond FJR, Bakker DA. Anatomical organization and sensory receptor content of soft tissues surrounding the upper cervical vertebrae in the cat. J Neurophysiol. 1982;48:49.
(2) Richmond FJR, Anstee GCB, Sherwin EA, Abrahams VC. Motor and sensory fibers of neck muscle nerves in the cat. Can J Physiol Pharmacol. 1976;54:294.
(3) Richmond FJR, Abrahams VC. What are the proprioceptors of the neck? In: Granit R, Pompeiano O, eds. Reflex Control of Posture. Amsterdam: Elsevier/North-Holland; 1979:245.
(4) Karlberg M, Johansson R, Magnusson M, Fransson PA. Dizziness of suspected cervical origin distinguished by posturographic assessment of human postural dynamics. J Vestib Res. 1996;6:37.
(5) Malmstrom E-M, Karlberg M, Melander A, Magnusson M, Moritz U. Cervicogenic dizziness—musculoskeletal findings before and after treatment and long-term outcome. Disability & Rehabilitation. 2007;29:1193.
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