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Gravidanza: come prepararsi al meglio con l’osteopatia

Aggiornamento: 1 mar

Il trattamento osteopatico può aiutare la donna ad accompagnare i cambiamenti del corpo portati dalla gestazione, alleviandone i frequenti disturbi.



Uno dei compiti dell’osteopata è anche quello di preparare la futura mamma alla gravidanza, al parto e al post-partum, creando i migliori presupposti possibili a livello strutturale e, di riflesso, psicologico.


La donna in gravidanza va incontro infatti a una serie di variazioni fisiologiche che coinvolgono in modo rilevante la struttura muscolo-scheletrica, la circolazione, i visceri dell’addome.


Variazioni muscolo-scheletriche

Il progressivo ingrossarsi del feto porterà delle variazioni strutturali che coinvolgeranno il bacino e la colonna vertebrale, di conseguenza le loro articolazioni devono essere libere di muoversi per assicurare una buona posizione del bambino e per permettere di aumentare i diametri pelvici durante la sua fuoriuscita.

La mobilità della struttura è variabile da donna e donna ed è determinata sia da fattori costituzionali che dallo stile di vita. Vecchi traumi, inoltre, come cadute, colpi di frusta, incidenti, fratture, interventi chirurgici, ne possono limitare ulteriormente l’elasticità.


L’osteopata deve controllare che ci sia mobilità del sacro tra le ali iliache, cioè le ossa laterali del bacino, della colonna lombare (soprattutto nel segmento vertebrale tra L5 e S1), della sinfisi pubica, delle anche e del pavimento pelvico.


Variazioni della circolazione venosa e linfatica

Il progredire della gravidanza provoca un aumento crescente delle pressioni interne e dei liquidi (distribuiti tra feto, placenta, cervello e altri organi). I cambiamenti ormonali, e l’aumento del progesterone soprattutto, inducono poi la ritenzione dei liquidi nei tessuti.


Tutto questo può creare problemi al circolo venoso e al suo ritorno, causando emorroidi, varici agli arti inferiori e vulvari.


Inoltre, i problemi di circolo venoso possono provocare nausea, vomito, irritabilità, lombalgia.


Per ovviare a questa serie di disturbi, l’osteopata lavora a livello dei diaframmi (cioè l’orifizio toracico superiore, il diaframma toracico e quello pelvico) stimolando la loro funzione di pompa naturale e favorendo così il drenaggio dei liquidi in eccesso.


Variazioni ad addome, visceri ed effetti metabolici

L’accrescimento del bambino e dell’utero provoca un allargamento della gabbia toracica, il diaframma si alza e le ovaia si spostano, causando spesso sofferenza (il classico dolore a stilettata inguinale) là dove sono presenti aderenze.


Per scioglierle, l’osteopata procederà a mobilitare con tecniche dolci le fasce addominali ed eventuali cicatrici addominali come quelle derivanti da appendicectomia, laparoscopia, taglio cesareo.


Il trattamento osteopatico può fare molto per alleviare i sintomi della futura mamma. Tuttavia, ci sono dei casi in cui questo tipo di terapia manuale è da evitare: perdite di sangue, rischio di parto prematuro, contrazioni frequenti, placenta previa, eclampsia, rottura prematura delle membrane.


Sul nostro sito troverete anche una serie di 4 articoli più specifici dedicati rispettivamente al primo, al secondo, al terzo trimestre di gravidanza e al post-partum, in cui si analizzano i numerosi cambiamenti che si verificano nel corpo della donna nelle diverse fasi, le problematiche che talvolta si possono presentare e le terapie osteopatiche più adatte per risolverle.

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