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Che cosa ci fa l’osteopata in sala parto?

Aggiornamento: 1 mar

Il trattamento osteopatico precoce a pochi giorni dal parto può svolgere un ruolo determinante nella prevenzione di molti disturbi del neonato e del bambino.



Nascere, che fatica

Oltre allo stress psicologico, per potere nascere il bambino deve affrontare anche una serie di stress meccanici dovuti ai movimenti che gli sono necessari per posizionarsi e poi uscire attraverso il canale del parto.


Per questa ragione le ossa del cranio del neonato sono per natura predisposte ad adattarsi ai diversi passaggi consentendo compressioni e piccoli spostamenti. Il pianto del bambino appena nato ha infatti anche la funzione di aiutare le ossa a ritornare nella posizione corretta. Non sempre però esse riescono a recuperare il loro naturale assetto fisiologico.


La probabilità che questo accada è abbastanza frequente quando si tratta di bambini nati singolarmente, ma lo è ancora di più in caso di gemelli, di parto cesareo o di parti nel corso dei quali sono stati utilizzati strumenti ostetrici (forcipe o ventosa).


Per un bambino la nascita può rappresentare un evento anche molto violento, tanto che è stata coniata la definizione di “trauma da parto”.


Conseguenze del trauma da parto

Le tensioni craniche irrisolte dovute al trauma da parto possono causare disturbi nel breve ma anche nel lungo termine della vita del bambino, oltre che in quella da adulto.


Nel neonato si possono verificare problemi nella nutrizione, agitazione nel sonno, coliche, difficoltà di suzione, vomito, ipotermia, pianto incessante e difficoltà respiratoria.

Il bambino più grande può andare incontro a problemi di occlusione e drenaggio al dotto naso-lacrimale, a otite media dovuta al ristagno di catarro nelle orecchie, ad asimmetrie e scoliosi, a danni funzionali ai muscoli dell’occhio (come strabismo e ambliopia), a plagiocefalia, a problemi nell’apprendimento e comportamentali.


Cosa fa l’osteopata

Il trattamento osteopatico nel periodo immediatamente seguente la nascita può svolgere un fondamentale ruolo di prevenzione. Questa è la ragione che ha portato diversi Paesi (per esempio Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti) a inserire la figura dell’osteopata in sala parto.


Sì, ma che cosa fa esattamente l’osteopata? Prima di tutto osserva. Guarda se ci sono asimmetrie nel viso, nel capo, nel collo e nel tronco; studia la posizione degli occhi e del naso; passa le mani delicatamente sulla testa per verificare l’esistenza o meno di asimmetrie, depressioni, solchi; attraverso delicate manovre, valuta eventuali limitazioni nella mobilità delle ossa del cranio e di altri distretti corporei.


Nel caso riscontri anomalie, l’osteopata procede poi attraverso lievi manipolazioni a sciogliere le tensioni, a ripristinare l’assetto fisiologico, a restituire la naturale mobilità di tutte le parti muscolari e scheletriche interessate, stimolando il corpo al recupero dell’equilibrio neuro-fisiologico. La durata e il numero delle sedute potrà variare e sarà da valutare caso per caso.


Il trattamento precoce entro i primissimi giorni di vita può portare alla risoluzione definitiva delle eventuali anomalie, con notevoli vantaggi alla qualità della vita del bambino e dei suoi genitori.


Cosa accade in Italia

Per quanto nel nostro Paese l’osteopatia non sia stata ancora riconosciuta ufficialmente, alcuni ospedali italiani hanno cominciato a inserire la figura dell'osteopata all'interno dei reparti di pediatria e neonatologia. Hanno iniziato nel 2006 gli ospedali di Pescara e Atri, grazie alla collaborazione con l'AIOT, Accademia Italiana di Osteopatia Tradizionale.


I buoni risultati ottenuti hanno portato altre strutture a seguire l’esempio: reparto di neonatologia di Macerata, reparto di neurochirurgia dell'AUO Meyer Firenze, unità operativa complessa di neonatologia, pediatria e adolescentologia dell'azienda ospedaliera di Desio e Vimercate.

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