Le infezioni ricorrenti in età pediatrica rappresentano un quadro clinico molto frequente; chi ha figli o nipoti conosce perfettamente la situazioni in cui appena il bimbo comincia a frequentare il nido o la scuola d’infanzia viene contagiato e cominciano le numerose malattie e le prolungate assenze.
Benché si tratti di patologie benigne, nella maggior parte, e destinate ad evolvere favorevolmente entro i 7-8 anni, comunque tale situazione interferisce notevolmente sulla condizione di benessere del bambino e della famiglia e determina costi medico-sociali rilevanti.
Primariamente si tratta di infezioni respiratorie ricorrenti con quadri clinici di presentazione differenti:
infezione aspecifica delle prime vie aeree, con febbre e arrossamento di tutte le mucose delle prime vie respiratorie;
faringo-tonsillite caratterizzata da una infiammazione del faringe o delle tonsille con interessamento dei linfonodi locali;
otite con infiammazione della membrana timpanica con forte dolore orecchio con o senza febbre;
laringite, bronchite o tracheobronchite caratterizzata da tosse;
bronchite asmatiforme con difficoltà respiratoria;
broncopolmonite o polmonite che sicuramente rappresentano il quadro più grave;
infezioni intestinali caratterizzate da gastroenteriti con vomito, diarrea e dolori addominali.
Differenti studi hanno dimostrato che la frequenza delle infezioni recidivanti è massima nei primi 2 anni di vita (fino ad avere fino a 6-7 episodi per anno) che diminuisce con la crescita del bambino. La maggior parte di queste infezioni sono di origine virale (Rhinovirus, virus parainfluenzali), cause meno frequenti sono di natura batterica;
Esistono dei fattori favorenti come: precoce inserimento in comunità scolastiche, esposizione al fumo passivo, numero elevato di conviventi (presenza o meno di fratellini più grandi), stagionalità, inquinamento ambientale, allergie respiratorie, stati di malassorbimento come per es. celiachia, deficit immunitari più raramente.
Si tratta comunque per la maggior parte dei casi, di banali forme virali, che interessano prevalentemente le prime vie aeree e che guariscono senza particolari terapie, basta ridurre lo stato di disagio legato alla febbre, tosse o naso tappato.
I bambini con infezioni ricorrenti possono essere:
bambini sani (80%)
bambini allergici (20%)
bambini con deficit dell’immunità (molto raramente)
Nel gruppo dei bambini sani (80%) con infezioni ricorrenti, la causa è da identificare nella fisiologica immaturità del sistema immunitario nei primi anni di vita, ad una verginità immunologica (il sistema immunitario non ha ancora incontrato virus e batteri), azione depressiva svolta dalle infezioni virali sul sistema immunitario.
Il bambino allergico può risultare più predisposto a recidiva di infezioni, anche se generalmente ha un buon accrescimento, nonostante le infezioni, e presenta benessere fisico tra una infezione e l’altra. Il bambino allergico presenta inoltre delle caratteristiche fisiche tipiche, quali occhi alonati, secchezza e sensibilità cutanea, prurito cutaneo particolarmente a livello del volto, intorno alla bocca e agli occhi, dietro le orecchie e nelle regioni flessorie degli arti, ove spesso si formano delle lesioni arrossate e desquamate.
Gli immuno-deficit più comuni nella popolazione pediatrica sono i difetti anticorpali (come il deficit di IgA), il deficit di sottoclassi di IgG, o la ipo-gammaglobulinemia, ma per fortuna tutte queste forme sono molto rare.
A sostenere che il ripetuto ammalarsi dei piccoli è un bene, sono anche i pediatri della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), che spiegano come le infezioni che colpiscono il bambino in realtà producano una risposta immunitaria persistente e duratura; grazie a questo ripetuto processo, dopo questa parte della vita in cui si ammala spesso, il bambino potrà avvalersi di una immunità che gli permetterà di affrontare indenne, o quasi, le stagioni a rischio come l’autunno, l’inverno o la primavera. L’immunità che i bambini acquisiscono li proteggerà dalle malattie nelle epoche successive di vita; i pediatri queste cose le conoscono e non si dovrebbero mai stancarsi di dirlo ai genitori.
Se è vero che le malattie infantili guariscono da sole, senza utilizzo di eccessivi farmaci è comunque compito del pediatra tranquillizzare i genitori nel non prendere medicine per “guarigioni veloci” ed “immediate” per i loro figli.
Un comportamento di attesa responsabile, legato ai consigli che inevitabilmente il pediatra deve dare ai genitori, mette al riparo da un eccessivo ricorso ai farmaci, ma è importante anche mantenere l’attenzione giusta ai problemi di salute del bambino.
In questo modo si ribadisce l’importanza di lasciare all’organismo del bambino e alla natura la risposta migliore alla malattia, garantendo anche una alimentazione giusta, ricca di frutta e verdura, uno stile di vita attivo, prevalentemente all’aria aperta e non in ambienti chiusi ed evitare la riammissione rapida in collettività.
Quando assumere gli antibiotici:
Ricordare inoltre che gli antibiotici devono essere utilizzati esclusivamente nelle infezioni batteriche e non nelle infezioni virali. Gli antibiotici non sono necessari nella maggior parte delle infezioni respiratorie delle vie aeree superiori (raffreddori, influenza, in alcune otiti, nella maggior parte delle faringo-tonsilliti) e nelle gastroenteriti, in cui le infezioni sono dovute in più dell’80% dei casi a virus; in questi casi la somministrazione di antibiotici non cura l’infezione, non aiuta a prevenire una successiva infezione batterica e può causare anche effetti collaterali.
Nell’ambito della prevenzione delle infezioni recidivanti si possono utilizzare medicinali omeopatici. Un punto di forza peculiare della omeopatia è l’opportunità di agire con il cosiddetto “rimedio di terreno o di fondo” che permette nella pratica quotidiana del medico di limitare, in pazienti soggetti ad infezioni croniche, il verificarsi di nuovi episodi.
L’omeopatia consente inoltre il trattamento dell’episodio acuto: sia utilizzando esclusivamente i farmaci omeopatici oppure, nell’ottica di una visione di medicina integrata, utilizzarli in affiancamento ai trattamenti convenzionali.
Medico Chirurgo specializzato in pediatria
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