Il caso di Maria Laura mostra come un ciclo di sedute con l’osteopata può aiutare ad aprire l’ostruzione del dotto lacrimale evitando sia la terapia antibiotica che l’intervento chirurgico.

Se nelle prime settimane di vita il vostro bambino manifesta un’eccessiva lacrimazione in uno o in entrambi gli occhi con secrezioni appiccicose e purulente, è molto probabile che si tratti di stenosi del dotto lacrimale.
È un disturbo piuttosto frequente nei neonati ed è causato dalla chiusura, totale o parziale, del piccolo canale attraverso cui le lacrime defluiscono nel naso. Nel periodo prenatale, infatti, lungo il tratto naso-lacrimale è presente una membrana che viene poi riassorbita naturalmente con la nascita. Qualora questo non avvenga, si verifica il ristagno di muco descritto sopra.
Di stenosi al dotto lacrimale soffriva anche la piccola Maria Laura, venuta alla mia osservazione quando aveva circa due mesi.
La forma della testa era un po' ovaloide da un lato, definita come disfunzione cranica di “side bending”, mentre l'occhio destro era molto più ristretto. Nell'anamnesi la mamma mi riferì complicanze dovute all'epidurale, che avevano portato a un parto molto rallentato e a un’espulsione lenta.
Iniziai a vedere la bimba 1 volta alla settimana per 3 mesi e poi 1 volta al mese.
Con le prime sedute riuscii a ottenere una forma cranica notevolmente rimodellata e l'occhio simmetrizzato con il sinistro.
Concentrai infatti inizialmente il trattamento a livello craniale per correggere tutte le “disfunzioni intraossee” e modellare la testina della bambina. Tali disfunzioni si formano spesso a causa di un travaglio troppo prolungato, complicato e difficoltoso: mentre la testa del bambino scende verso il bacino, l'osso pubico esercita una pressione sulla prima parte del cranio; qualora questa compressione superi il limite sopportabile dal tessuto del bambino, la sua testa può subire una deformazione. Se questa deformazione non viene trattata, si possono verificare problemi cronici.
Nel corso delle sedute agii inoltre con tecniche di drenaggio generale e locale per favorire l'espulsione del muco e delle secrezioni purulente che si formano in questi casi. Il trattamento non solo locale ma globale permette di trattare anche gli organi collegati alla produzione di muco e coinvolti nell'eliminazione delle tossine: reni, fegato, intestino, polmoni, dotti linfatici.
Ho inoltre consigliato alla madre di non somministrare alla bimba zuccheri bianchi, latticini e glutine, poiché questi alimenti mantengono alti i processi infiammatori e/o infettivi in atto e sono responsabili dell'aumento di produzione di catarri.
La mamma ha sottoposto poi la bimba a frequenti lavaggi nasali, pulendole anche gli occhi con impacchi di camomilla fatti con garzine sterili.
Il disturbo si è risolto dopo circa 3 mesi dall’inizio del trattamento.
La risoluzione naturale della patologia ha permesso a Maria Laura di evitare la terapia antibiotica che normalmente viene somministrata in questi casi per contrastare le infezioni batteriche che si creano con il ristagno del liquor lacrimale.
È stato scongiurato inoltre il pericolo dell’intervento, che viene effettuato con la sonda in anestesia generale, cui si ricorre intorno all’anno di età in caso di ostruzione particolarmente severa.
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