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Immagine del redattoreAnnalisa Tirelli

Perché ho fatto l’osteopata

Aggiornamento: 1 mar

Il racconto molto personale delle circostanze che mi hanno portato a scegliere l’osteopatia non solo come terapia, ma anche come professione.



L’osteopatia per me è un fatto personale. Ed è per questo che inaugurerò lo spazio news del sito del Centro Salus parlando in prima persona.

L’osteopatia per me è un fatto personale per due ragioni. Prima di tutto perché ogni persona è diversa da un’altra e il trattamento che va bene per un paziente non va bene per un altro, anche se la patologia è la medesima. La seconda ragione è di carattere più privato e riguarda le circostanze che mi hanno portato a fare l’osteopata.

Tutto cominciò con un risotto. Stavo trafficando in cucina per preparare il pranzo mentre mio figlio di poco più di quattro mesi mi guardava incuriosito dal suo seggiolino.  Avevo 24 anni e mi stavo per laureare in Scienze motorie. Feci per prendere la bottiglia del vino, ma non appena la sfiorai partì il tappo, che andò a colpirmi in pieno l’occhio destro, causandomi un dolore indicibile e una grossa emorragia.

La diagnosi del pronto soccorso fu quella di “sospetto distacco della retina e del cristallino”. Temetti di perdere l’uso della vista, ma questo per fortuna non accadde. Esauriti i postumi del trauma, l’occhio riprese parte delle sue funzioni, ma non del tutto. Ci vedevo, ma la pupilla aveva perso la capacità di adattarsi alle diverse esposizioni di luce, per cui avevo enorme difficoltà a passare dagli ambienti più illuminati ad altri più scuri e viceversa. Praticamente la pupilla era immobile, non riusciva più a dilatarsi e a contrarsi agli stimoli della luce.

Mio marito mi convinse a chiedere un consulto a un osteopata esperto che conosceva. Quest’ultimo mi disse che il trauma dell’occhio aveva bloccato tutto il sistema nervoso a esso collegato e ridotto la mobilità delle fasce cervicali e del distretto oculare. Il suo trattamento fu pertanto indirizzato ad agire sul trauma da impatto, sulle fasce e sulla tensione cranio-facciale.

In poche sedute, quell’osteopata riuscì a restituirmi la vista e l'occhio di prima.

Da allora non ebbi dubbi sul mio futuro e dopo la laurea mi iscrissi alla Scuola di osteopatia di Bologna. È stato così che nel 2000 ho cominciato a esercitare come osteopata.

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